Quello convocato per le 20.45 di domani sera, giovedì 28 marzo,
rischia di essere un Consiglio Comunale storico per Pagno. Di quelli
capaci di lasciare tracce non solo nella memoria umana, ma anche- per
non dire soprattutto- nella geografia, nei tracciati, nei confini di
un’intera Valle, pur se piccola come quella del Bronda.
Perché domani sera, dopo tanti mormorii, per la prima volta si
parlerà ufficialmente e pubblicamente di "fusione" dei Comuni di Pagno,
Brondello e Castellar. Una sorta di ritorno al passato, insomma. Ai
tempi del "fascio" quando i tre centri erano un unico Comune. Anche se
allora Brondello e Castellar erano una specie di due frazioni,
subalterne a Pagno.
La voglia è quella di guardare avanti, consci del fatto che da
un’eventuale accorpamento si trarrebbero solo e soltanto vantaggi:
finanziari, gestionali e organizzativi. Ma più ancora la voglia è quella
di decidere in piena autonomia del proprio futuro, facendo esprimere la
gente. Prima di essere un giorno ingurgitati da Saluzzo. Perché questo è
probabilmente il futuro. E quel giorno il rischio è che nessuno
chiederà ai valligiani se saranno d’accordo di far parte dell’impero
dell’ex capitale Marchesato. Tutto cadrà dall’alto.
La voglia è anche quella di non prendere decisioni senza prima avere
tastato il polso con una sorta di referendum. Perché i tre sindaci sono
legati da un comune denominatore: nessuno di loro potrà essere
candidabile alla poltrona da prima cittadino nella primavere del 2014,
quando la Valle tornerà al voto e loro concluderanno il secondo mandato.
E prima di prendere decisioni indelebili per il futuro del territorio è
meglio chiedere alla gente cosa ne pensa.
Sulla materia non c’è, al momento, unanimità di intenti. Anzi.
D’accordo i primi cittadini di Castellar, Giuliano Ruatta, e Pagno, Gabriele Donalisio. Molto, molto meno, per non dire contrario, quello di Brondello, Dora Perotto
che come "giustificazione" rivendicherebbe una sorta di conflitto
d’interessi con quell’avo che il paese liberó dal giogo di Pagno, una
sessantina d’anni prima. Ma se questo, da un lato, spiega il perché
dell’opposizione della sindachessa ("Non voglio essere io a vanificare quanto fatto dal mio avo"
avrebbe detto a voce alta Dora Perotto), dall’altro non chiarisce il
perché dell’opporsi ad una consultazione popolare. Tanto più se si è
convinti che nel proprio paese "vincerebbe il no". In Giunta non tutti la pensano come il sindaco.
Domani sera il Consiglio di Pagno incaricherà (oppure no) la Giunta
di acquisire, probabilmente tramite appositi questionari, l’orientamento
della popolazione circa l’eventualità della fusione. Se questo avverrà-
e sembra non vi siano troppi dubbi in merito- sarà il primo passo
verso un futuro diverso. Un futuro che si pone come obiettivo il
miglioramento della vita del cittadino. Un futuro guidato da
amministratori che riscano a guardare un palmo più in là del proprio
piccolo, povero orticello.